Perché padroneggiare i tool di analisi dati non basta più (e cosa serve davvero)
- Autori Fabio Piccigallo e Noemi Speciale
- Categoria Data Storytelling
- Data 18 Ottobre 2025
Nel mondo digitale, i dati sono la risorsa strategica più preziosa per ogni azienda. Ma c’è un punto cruciale che molti professionisti trascurano: saper usare strumenti avanzati di analisi dati non è più sufficiente per generare un impatto reale.
Per ottenere risultati concreti servono competenze che vadano oltre la tecnica: serve la capacità di raccontare una storia con i dati. Ed è qui che entra in gioco il data storytelling.
Visualizzare i dati non è raccontarli
Molti confondono la data visualization con il data storytelling. In realtà, si tratta di due discipline complementari ma distinte:
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Data visualization: consiste nel rappresentare dati complessi in modo chiaro e comprensibile attraverso grafici, dashboard e report interattivi.
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Data storytelling: è l’arte di trasformare quei dati in un racconto strategico che orienta decisioni e azioni.
Un grafico ben fatto attira l’attenzione, ma una storia costruita attorno ai dati convince. Ed è proprio questo che distingue le aziende data-driven da quelle che si limitano a “guardare i numeri”.
Il limite (molto comune) dei professionisti dei dati
Sempre più analisti padroneggiano strumenti come Power BI, Tableau, Looker, Google Data Studio o Python per l’analisi. Tuttavia:
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sanno estrarre insight, ma non sempre sanno comunicarli;
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costruiscono dashboard perfette, ma spesso non coinvolgono il pubblico giusto;
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conoscono i numeri, ma non trasmettono il “perché” dietro quei numeri.
E in un contesto aziendale, questo può significare decisioni sbagliate o opportunità perse.
Il potere strategico del Data Storytelling
Integrare il racconto dei dati nei processi decisionali offre vantaggi tangibili:
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Migliora la comprensione: i dati diventano accessibili anche a chi non è tecnico.
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Favorisce decisioni informate: una storia ben costruita guida verso scelte strategiche chiare.
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Aumenta l’impatto: dati ben raccontati influenzano stakeholder, clienti e team interni.
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Crea un vantaggio competitivo: le aziende che comunicano bene i dati si muovono più velocemente e con maggiore coerenza strategica.
Dall’analista al narratore dei dati
La competenza tecnica rimane fondamentale, ma oggi non è più sufficiente da sola. Le aziende più innovative investono in formazione per trasformare i propri analisti in data storyteller:
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capaci di sintetizzare i dati più rilevanti,
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di disegnare una narrativa chiara,
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e di influenzare le decisioni aziendali.
In altre parole: non basta saper leggere i numeri. Bisogna saperli far parlare.
Conclusione: il futuro appartiene a chi sa raccontare i dati
In un panorama dominato da dashboard e report, la vera differenza non la fa la tecnologia, ma la capacità di dare un senso ai dati.
Le aziende che sapranno trasformare i numeri in storie saranno quelle in grado di anticipare i trend, guidare l’innovazione e prendere decisioni strategiche più solide.
Nuovo mindset per chi lavora con i dati:
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Non limitarti ad analizzare.
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Impara a raccontare.
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Diventa la voce dei tuoi dati.
Se vuoi imparare a padroneggiare l’arte del data storytelling, esplora i percorsi formativi dedicati a te.
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